BLOOM è un progetto in co-branding con il gruppo Castaldi. I committenti Clara e Francesco si sono affidati a un team di professionisti per la loro nuova casa; hanno scelto la sicurezza di un gruppo che lavora su Roma da anni con la formula chiavi in mano senza però rimanere vincolati da una logica interna e hanno inserito l’elemento aggiunto, l’expertise, il “fuori dalle regole”, qualcuno che potesse rappresentare soprattutto con il colore la loro idea di casa.
Bloom è stata dunque una vera e propria sfida e ha rappresentato un rischio per entrambi: due architetti che non si conoscono si incontrano direttamente sul campo di gioco, ognuno di loro si muove senza prevaricare sull’altro. Ognuno di loro ha un compito specifico.
Mi piace pensare a questo progetto come una vera e propria fusione di due menti; quella tecnicistica dell’architetto Patrizio Roma esperto nel creare spazi funzionali e aperti, a risolvere problemi tecnici: la cucina infatti è stata rialzata per nascondere il passaggio degli impianti e la mia visione tridimensionale che avrebbe dovuto “vestire” con colori, materiali il corpo nudo ma ben formato del layout scelto, una sorta di maquillage.
Bloom significa sbocciare ed è proprio il tema scelto, colori come il rosa e il verde sono i colori che annunciano la primavera, lo spazio aperto dopo le demolizioni ha fatto entrare una luce calda, ha accolto il nido ad una nuova fioritura.
Il parquet in rovere naturale eccelso di Mardegan si fonde con gli esagoni multicolor della collezione minima 8.6 di Quintessenza; le tonalità pastello del rosa e del verde sono riprese dagli arredi in gran parte disegnati su misura e realizzati dalla falegnameria Daverl lab.
Mi piace pensare a un interno che presenta due anime: quella maschile (yang) con linee dritte squadrate, travi a vista, controsoffitti sottili a sbalzo come lame, quinte in doghe di legno che si estendono a tutta altezza e quella femminile (yin) con la morbidezza dei tessuti come le sedie imbottite di Point-House, la preziosità delle sospensioni in vetro rosa di Vistosi, la carta da parati a fiori di Caos Creativo, la grande lampada in metallo dorato in camera dal nome evocativo: libellule di Forestier; una scultura le cui linee si flettono, danzano nello spazio vuoto.